1) Un amore, grazie, con tanta schiuma ma senza cioccolato
2) Le angiove di Cecè Laima
3) Briscola chiamata
4) Castelli di sabbia
5) Licia
6) I Magnagati
7) Mele verdi
8) Olive in calce
9) Palermo, Palermo
10) Piccola storia inutile, davanti a uno yogurt scaduto
11) Il sapore perfetto
12) Pizza al pecorino
Fuori concorso: Ageusia (o: la memoria dei sapori)

 
 

 

 

 

"Cin Cin Tortellin"

Piccola storia inutile, davanti a uno yogurt scaduto
di Gloria "Anathea"

MARCELLO

Riemerso dal frigorifero, Marcello chiude lo sportello e rimira la confezione-famiglia di yogurt che ha tra le mani. Sempre, a quest’ora della notte, sente una fame chimica in fondo allo stomaco e l’unica soluzione è alzarsi, accontentare le sue voglie e poi tornare a letto, dove l’aspetta Barbara. Sì, lei lo aspetta, con la sua enorme maglia di paperino e i capelli scomposti, senza mai curarsi della sua posizione. Lei, ingenua come una bambina nel letto, si appallottola a feto e aspetta che sia lui a risvegliarla, lentamente. Non le interessa il pericolo di essere scoperta in una posa infantile e poco femminile; anzi, sembra gelosa di quei difetti che la caratterizzano.
Tra questi, adesso Marcello non può che storcere il naso davanti all’ennesima prova di distrazione di Barbara: lo yogurt è scaduto, e scaduto pure da una settimana abbondante. Il primo pensiero che sente Marcello è un moto involontario di rabbia: vorrebbe svegliare la donna, sventolarle davanti l’etichetta dello yogurt e, chissà?!, arriverebbe forse ad insultarla. Tuttavia si trattiene, siede alla tavola e appoggia sulla cerata la grossa confezione fredda e un poco appiccicosa. La tentazione di aprirla è tanta, soprattutto per ricordare le serate passate davanti al take-away messicano, ad inveire contro la lentezza dei commessi e la voglia di trovarsi l’uno davanti all’altra. Marcello ricorda le prime cene, e realizza che già allora Barbara non si mostrava affatto dispiaciuta per la sua situazione di pessima casalinga: “non sono una donna da sposare, tutto qui”, aveva spiegato una volta, con un sorriso aperto e allungato che le allargava le guance in un buffo aspetto da clown.
Adesso, invece, Marcello non saprebbe rinunciare alla sua fresca spontaneità, alle camicie accatastate su un tavolo che non si svuoterà mai, alle sere davanti ai fornelli per la sua Barbara. È così che apre la confezione di yogurt, infila un cucchiaino che viene subito caricato di una generosa porzione di poltiglia alle fragole. Non serve farsi coraggio, dal momento che Marcello ha sperimentato i tentativi culinari di Barbara, le sue minestre che sembravano avvizzite. Contrariamente alle aspettative, il gusto un poco asprigno dello yogurt arriva subito mitigato dalla dolcezza delle fragole e Marcello non può tacere un mugugno di piacere: ha voglia di mangiarlo.
A dire il vero, Marcello ha sempre voglia di mangiare uno yogurt dopo aver fatto l’amore. È un’usanza stupida, immatura e di poco conto, ma s’è infiltrata tra le tante abitudini che fanno la differenza tra la spontaneità e la montatura. E lui, con Barbara vuole essere sempre spontaneo. Per questo Barbara continua a tenergli in casa lo yogurt: per ogni serata assieme, ci sarebbe sempre stata una piccola attenzione in frigorifero. Peccato che la disattenzione di Barbara questa notte ha rischiato di mettere alla prova l’abitudine!
Invece, ora Marcello continua a mangiare di gusto il suo yogurt e sente che, nell’altra stanza, Barbara deve essersi voltata nel letto. Dalla porta semi-aperta, può solo intravedere un paio di pieghe delle lenzuola che ondeggiano e cambiano forma. È lei, è la sua donna a modificarle, movimento dopo movimento; ancora, Marcello si incanta con il cucchiaino a mezz’asta e aspetta che il rumore di là si calmi.
Ecco, Barbara dorme. Ha recuperato la coscienza solo per decidere di muoversi, cambiare posizione e forse sistemare meglio il collo sul cuscino, perché la cervicale la assilla sempre negli ultimi tempi e non sa trovare pace. Magari adesso lei è di nuovo rannicchiata, rannicchiata sul lato destro del letto e con le sue gambe tozze raccolte a conchiglia si formano piccole e numerose pieghe sul ventre. Senz’altro le mani sono raccolte, una contro l’altra, come una preghiera piegata lievemente dal sonno e, tra le dita, un lembo di lenzuolo spiegazzato che accetterà di essere stretto. Gli sembra un piccolo scoiattolo, con quella coda enorme e morbida, esattamente com’è il corpo di Barbara: tra le zampe aggraziate, accarezza una ghianda, espressione di tenerezza ed affetto. L’immagine comunica a Marcello una grande pace, un senso di sicurezza di chi è approdato ad un’isola e ha appena scoperto di aver ritrovato la patria. Allora, confortato, affonda di nuovo il cucchiaio e succhia con voluttà altro yogurt.

BARBARA

Barbara si rigira nel letto, inquieta, con le gambe infuocate da un formicolio fastidioso. Di là, sente rumore di un cucchiaino sbattuto sul tavolo e immagina gocce dense di yogurt cadere sulla cerata: grosse, dure, maleodoranti e appiccicose. L’idea la lascia a rabbrividire e non può fare a meno di non comprendere quella goduria immatura di Marcello: vorrebbe tenerlo accanto a lei, domandargli di restare e dormire insieme, ma non ne trova il coraggio, visto che una volta lui le ha confessato che “i momenti dopo l’amore richiedono sempre tanta riflessione”. Certo, Barbara si offendeva all’inizio, voleva correre davanti a Marcello, improvvisare un grande fascino e riportarlo, con voce suadente, tra le sue braccia. Erano i suoi piedi pesanti, le braccia da lottatrice di sumo, le natiche importanti, invece, a ricordarle che faceva meglio a stare ferma e immobile per non creare situazioni imbarazzanti.
Col tempo, però, la situazione è cambiata, ma non abbastanza: davanti alla rassegnazione di Barbara – una rassegnazione mai comunicata, né discussa, sia ovvio -, arriva il momento drammatico in cui lei inizia a sentirsi solo un accessorio. Marcello ha lei, lei che non sa nemmeno cucinare un piatto di spaghetti, lei che si ciba di precotti, lei che non può portare le gonne che vanno di moda, lei che si infila addosso una maglietta di paperino e vede come i suoi grossi seni la deformino. A volte, Barbara vorrebbe cancellare Marcello. Come adesso, come adesso… Adesso lui la ritiene una bambina fedele, ne è sicura, mentre lei non può far altro che vedere in lui un perenne insoddisfatto che cerca un piccolo contentino dopo l’amplesso in uno yogurt alla fragola – peraltro scaduto, Barbara lo sa bene –.
Niente la distoglie da questa convinzione e, ancora una volta, si gira nelle coperte, cambiando inclinazione a quelle due lacrime che stanno per scivolare sul cuscino.
La verità, comunque, è che Barbara conosce bene il suo ruolo, sa quale epilogo l’attende, e l’unica strada che ha trovato per premunirsi è quello yogurt scaduto alla fragola che Marcello sta mangiando, in cucina, completamente ignaro del significato.

MARCELLO

Con tutti i gusti che di solito Barbara tiene in frigorifero, è strano trovare uno yogurt solo, e per di più alla fragola, visto che quel rosa chiaro la inquieta. Probabilmente, però, è per quello che l’ha avanzato. Tuttavia, Marcello lo gusta con calma e con la mente è già proiettato a quando, domani, andrà in ufficio, allungherà una mano sulla scrivania della Betti e preleverà tutte le pratiche che lei starà ancora pazientemente picchiettando sui tasti. Allora lui correggerà le parole della prima pagina per vederla impallidire, infierirà sulla sua esile autostima e poi la inviterà a cena.
Un ragionamento che fila, lieve e leggero, ma, soprattutto, un ragionamento che annulla in un nanosecondo la presenza di Barbara. Del resto, non è la prima, né l’ultima volta che segretaria e capo condividono qualche scappatella. Al contrario, è una storia comune, tanto banale da passare inosservata. Nessuno lo sa, né lo saprà mai, visto che la Betti non nutre gelosia, ma ha motivo di tacere, perché un uomo fedele le lava i panni a casa mentre lei accetta un invito a pranzo o a cena con Marcello.
Lo yogurt è quasi finito, quando lui inizia ad immaginare come Betti si presenterà e cosa gli dirà prima di pranzo; infatti, contrariamente alle aspettative, Betti è una segretaria con i fiocchi, bisogna riconoscerlo, e Marcello si diverte a torturarla così solo per ricoprire la parte di imprenditore crudele e incontentabile. Già, incontentabile… Anche adesso, davanti alla confezione vuota di yogurt, potrebbe gridare il suo amore per Barbara, piccolo scoiattolo con la ghianda in mano. Il problema è che, in caso di carestia, lei rinuncerebbe a quella ghianda pur di sfamarlo, anche se l’ha curata e lucidata per stagioni di povertà. Perché lei è affidabile, perché lei è scontata, perché lei è diversa dalle altre donne, ma così terribilmente uguale nelle aspettative.
Con il cucchiaio frega le pareti della confezione e guarda un po’ di sostanza rosa depositarsi sull’acciaio. Subito, senza attendere di raggrupparne di più, mangia lo yogurt rimasto: lo fa con una serie di gesti meccanici e inevitabili, mentre i pensieri volano e l’idea del tradimento crea nella sua mente una serie di fotogrammi a luci rosse. Poi abbassa lo sguardo e vede il vuoto del contenitore bianco.

BARBARA

Lei vuole sapere, perché adesso Marcello è nell’altra stanza, nel suo pigiama blu e forse si sta eccitando all’idea di quella smorfiosa mora che Barbara ha incrociato tante volte, passando dall’ufficio. Lui forse si sta eccitando per un’altra donna nel pigiama che gli ha regalato lei. Marcello sta pensando che il suo dovere di uomo l’ha fatto, questa notte, e domani si darà al piacere? O semplicemente caccerà la testa sotto il cuscino, tra poco, per lasciare che Betti gli si conceda in sogno? Barbara è stufa, e un gorgoglio allo stomaco la costringe a capire che, per quanto si possa sforzare, lei sarà sempre limitata, come ogni altro essere al mondo, e non potrà cancellare dalla testa di Marcello i fianchi stretti e le curve da pin-up della segretaria.
Una storia inutile, una piccola storia inutile che Barbara ha rifiutato, sorridendo: troppo scontata per essere reale! E invece… Barbara sospira, girata com’è verso il comodino, dove una foto di Marcello le sorride e le mente: già al momento dello scatto, c’era una Betti a risvegliargli i sensi?
Lei ha deciso di smettere di chiedersi quando è cominciata. È da un mese che lo sa, che si arrovella e pensa ad atteggiamenti equivoci, appuntamenti rimandati, espressioni pensierose, doppi sensi o ambiguità. Il risultato è, in qualunque caso, lo stesso: niente. Marcello, con la sua faccia d’angelo, non ha mai tradito la minima insicurezza, né ha mai rifiutato a Barbara un’attenzione. Così, Barbara ha deciso di non chiedersi più niente, di prendere questo yogurt e lasciarlo a diventare stantio nel proprio frigorifero.
D’altro canto, Barbara non deve nemmeno domandarsi perché Marcello l’abbia tradita e continui a farlo. Vedere Betti è stata la risposta ad ogni interrogativo: lei è bella, giovanissima, in forma perfetta e intelligente. Un mix inverosimile, forse artificioso, ma era tanto brava a simulare spontaneità da ingannare chiunque. Come quello yogurt scaduto che, nonostante tutto, è stato finito da Marcello.
Dentro di sé, non c’è nemmeno un filo di sconfitta, ma l’amara consapevolezza che un uomo così non si sarebbe mai fermato a guardarla sformarsi ancora e degradare nella definitiva bruttezza. No, lui avrebbe saputo esattamente scegliere il momento adatto per andarsene, appena prima della disfatta definitiva, appena prima che lo yogurt coaguli. Così, con la rabbia di sapersi sfruttata, Barbara ha preparato questa serata. Meglio finire prima che tutto s’inacidisca, meglio freddare un amore prima di dedicarsi completamente a lui, meglio lasciare Marcello prima che il suo corpo s’imprima in lei…
Barbara raccoglie gli ultimi sprazzi di lucidità e si infila di nuovo i pantaloni del pigiama. Dal movimento in cucina, Marcello sta finendo lo yogurt. È arrivato il momento.

MARCELLO

Adesso Marcello può quasi dichiararsi contento, perché davanti a quello yogurt vuotato ha fatto una breve rassegna delle sue decisioni, passate presenti e future. Tutto sommato, è soddisfatto: ama ed è riamato, il lavoro aumenta e può pure attrarre una donna come Betti. In punta al bilancio, però, non può fare a meno di sentire una morsa gelida che incombe, accompagnata da un brivido da capo a piedi: forse, avrebbe fatto meglio a non mangiare uno yogurt scaduto.
Intanto, solleva lentamente gli occhi sul fondo della stanza, dove Barbara dovrebbe dormire. E la vede, dritta davanti a lui, con i boccoli neri che le colano sugli occhi, e gli occhi sono neri, grossi, tumefatti da un pianto che lui non ricorda. Deve aver pianto, certo, ma quando? Perché poi? Lei si avvicina, lenta e maestosa, e il seno le ondeggia sotto la faccia di paperino che, nella vignetta, dice “try again”. Il viso di Barbara è rosso, chiazzato, e Marcello non sa dove scappare, perché vorrebbe esimersi dall’ammettere il tradimento, come pure dal negarlo. Adesso vorrebbe abbracciare Barbara, sussurrarle che lo yogurt era scaduto, ma l’ha mangiato lo stesso, visto che era stato comprato apposta per lui e… ed era buono. Sì, vorrebbe rassicurarla, cancellarle dal viso quell’espressione tetra e poco umana. Oppure… oppure vorrebbe buttarsi ai suoi piedi, guardare quelle unghie rosse smaltate e gridarle che l’ama anche senza quella finzione, anche senza le poche attenzioni che si concede.
Invece, sta seduto alla tavola, gioca col cucchiaino nella confezione e solleva di tanto in tanto gli occhi, da scolaro che ha appena confessato una marachella.

BARBARA

Barbara si raddrizza, mentre varca la porta della cucina. Come previsto, Marcello sta seduto con la gamba piegata sopra l’altra, il ginocchio contro l’orlo della tavola e la schiena curvata sulla spalliera. È tanto innocente per come si presenta, perso nei suoi pensieri, che Barbara vorrebbe gridare e guardarlo spaventarsi. Vorrebbe avanzare di corsa, afferrare il suo pigiama blu tra le mani e stracciarlo con forza. Sa che ci potrebbe riuscire, ma è tanto stanca di questa situazione da desiderare solo la fine. Adesso.
Certo, vorrebbe schiaffeggiarlo, vorrebbe piangere, vorrebbe insultare la Betti, vorrebbe improvvisare un rito satanico contro ogni futura storia d’amore di Marcello, ma non è cattiva, e non potrebbe mai augurargli un tradimento. Non potrebbe, anche se dentro sente uno stiletto sempre più calato nel cuore, appena di fianco allo sterno.
Barbara si avvicina, si siede davanti a Marcello, con un sussulto gli prende la mano e gli dice “basta”.
Come se fosse il gesto più naturale e previsto, lei dice “basta”.

MARCELLO

Barbara dice “basta” e Marcello capisce l’errore, ma sa che ripartirebbe da zero. Lo sa anche adesso che la donna che ama lo sta allontanando per la storia di sesso con la Betti: Marcello, allora, non se lo sarebbe mai risparmiato, né adesso ha intenzione di farlo. Così abbassa la testa e prende la mano a Barbara: la sente sudata e umida di pianto. Lascia con rammarico che le sue dita si bagnino di quell’ultima traccia di lei.
Non può più tornare indietro, né nascondere l’evidenza che Barbara conosce benissimo. Marcello smette di fingere, perché quel “basta” gli ha appena aperto un solco in petto, simmetrico a quello di Barbara. Il solco e lo stiletto resteranno sempre.

BARBARA & MARCELLO

Nella stanza, si leva un doppio pianto, a due capi opposti del tavolo.
Un uomo e una donna si tengono le destre, appoggiate accanto a una confezione di yogurt.
Lo yogurt è scaduto.
E questa è una piccola storia inutile, quotidiana come mille altre.