Piccola
storia inutile, davanti a uno yogurt scaduto
di Gloria "Anathea"
MARCELLO
Riemerso
dal frigorifero, Marcello chiude lo sportello e rimira la confezione-famiglia
di yogurt che ha tra le mani. Sempre, a quest’ora della
notte, sente una fame chimica in fondo allo stomaco e l’unica
soluzione è alzarsi, accontentare le sue voglie e poi tornare
a letto, dove l’aspetta Barbara. Sì, lei lo aspetta,
con la sua enorme maglia di paperino e i capelli scomposti, senza
mai curarsi della sua posizione. Lei, ingenua come una bambina
nel letto, si appallottola a feto e aspetta che sia lui a risvegliarla,
lentamente. Non le interessa il pericolo di essere scoperta in
una posa infantile e poco femminile; anzi, sembra gelosa di quei
difetti che la caratterizzano.
Tra questi, adesso Marcello non può che storcere il naso
davanti all’ennesima prova di distrazione di Barbara: lo
yogurt è scaduto, e scaduto pure da una settimana abbondante.
Il primo pensiero che sente Marcello è un moto involontario
di rabbia: vorrebbe svegliare la donna, sventolarle davanti l’etichetta
dello yogurt e, chissà?!, arriverebbe forse ad insultarla.
Tuttavia si trattiene, siede alla tavola e appoggia sulla cerata
la grossa confezione fredda e un poco appiccicosa. La tentazione
di aprirla è tanta, soprattutto per ricordare le serate
passate davanti al take-away messicano, ad inveire contro la lentezza
dei commessi e la voglia di trovarsi l’uno davanti all’altra.
Marcello ricorda le prime cene, e realizza che già allora
Barbara non si mostrava affatto dispiaciuta per la sua situazione
di pessima casalinga: “non sono una donna da sposare, tutto
qui”, aveva spiegato una volta, con un sorriso aperto e
allungato che le allargava le guance in un buffo aspetto da clown.
Adesso, invece, Marcello non saprebbe rinunciare alla sua fresca
spontaneità, alle camicie accatastate su un tavolo che
non si svuoterà mai, alle sere davanti ai fornelli per
la sua Barbara. È così che apre la confezione di
yogurt, infila un cucchiaino che viene subito caricato di una
generosa porzione di poltiglia alle fragole. Non serve farsi coraggio,
dal momento che Marcello ha sperimentato i tentativi culinari
di Barbara, le sue minestre che sembravano avvizzite. Contrariamente
alle aspettative, il gusto un poco asprigno dello yogurt arriva
subito mitigato dalla dolcezza delle fragole e Marcello non può
tacere un mugugno di piacere: ha voglia di mangiarlo.
A dire il vero, Marcello ha sempre voglia di mangiare uno yogurt
dopo aver fatto l’amore. È un’usanza stupida,
immatura e di poco conto, ma s’è infiltrata tra le
tante abitudini che fanno la differenza tra la spontaneità
e la montatura. E lui, con Barbara vuole essere sempre spontaneo.
Per questo Barbara continua a tenergli in casa lo yogurt: per
ogni serata assieme, ci sarebbe sempre stata una piccola attenzione
in frigorifero. Peccato che la disattenzione di Barbara questa
notte ha rischiato di mettere alla prova l’abitudine!
Invece, ora Marcello continua a mangiare di gusto il suo yogurt
e sente che, nell’altra stanza, Barbara deve essersi voltata
nel letto. Dalla porta semi-aperta, può solo intravedere
un paio di pieghe delle lenzuola che ondeggiano e cambiano forma.
È lei, è la sua donna a modificarle, movimento dopo
movimento; ancora, Marcello si incanta con il cucchiaino a mezz’asta
e aspetta che il rumore di là si calmi.
Ecco, Barbara dorme. Ha recuperato la coscienza solo per decidere
di muoversi, cambiare posizione e forse sistemare meglio il collo
sul cuscino, perché la cervicale la assilla sempre negli
ultimi tempi e non sa trovare pace. Magari adesso lei è
di nuovo rannicchiata, rannicchiata sul lato destro del letto
e con le sue gambe tozze raccolte a conchiglia si formano piccole
e numerose pieghe sul ventre. Senz’altro le mani sono raccolte,
una contro l’altra, come una preghiera piegata lievemente
dal sonno e, tra le dita, un lembo di lenzuolo spiegazzato che
accetterà di essere stretto. Gli sembra un piccolo scoiattolo,
con quella coda enorme e morbida, esattamente com’è
il corpo di Barbara: tra le zampe aggraziate, accarezza una ghianda,
espressione di tenerezza ed affetto. L’immagine comunica
a Marcello una grande pace, un senso di sicurezza di chi è
approdato ad un’isola e ha appena scoperto di aver ritrovato
la patria. Allora, confortato, affonda di nuovo il cucchiaio e
succhia con voluttà altro yogurt.
BARBARA
Barbara
si rigira nel letto, inquieta, con le gambe infuocate da un formicolio
fastidioso. Di là, sente rumore di un cucchiaino sbattuto
sul tavolo e immagina gocce dense di yogurt cadere sulla cerata:
grosse, dure, maleodoranti e appiccicose. L’idea la lascia
a rabbrividire e non può fare a meno di non comprendere
quella goduria immatura di Marcello: vorrebbe tenerlo accanto
a lei, domandargli di restare e dormire insieme, ma non ne trova
il coraggio, visto che una volta lui le ha confessato che “i
momenti dopo l’amore richiedono sempre tanta riflessione”.
Certo, Barbara si offendeva all’inizio, voleva correre davanti
a Marcello, improvvisare un grande fascino e riportarlo, con voce
suadente, tra le sue braccia. Erano i suoi piedi pesanti, le braccia
da lottatrice di sumo, le natiche importanti, invece, a ricordarle
che faceva meglio a stare ferma e immobile per non creare situazioni
imbarazzanti.
Col tempo, però, la situazione è cambiata, ma non
abbastanza: davanti alla rassegnazione di Barbara – una
rassegnazione mai comunicata, né discussa, sia ovvio -,
arriva il momento drammatico in cui lei inizia a sentirsi solo
un accessorio. Marcello ha lei, lei che non sa nemmeno cucinare
un piatto di spaghetti, lei che si ciba di precotti, lei che non
può portare le gonne che vanno di moda, lei che si infila
addosso una maglietta di paperino e vede come i suoi grossi seni
la deformino. A volte, Barbara vorrebbe cancellare Marcello. Come
adesso, come adesso… Adesso lui la ritiene una bambina fedele,
ne è sicura, mentre lei non può far altro che vedere
in lui un perenne insoddisfatto che cerca un piccolo contentino
dopo l’amplesso in uno yogurt alla fragola – peraltro
scaduto, Barbara lo sa bene –.
Niente la distoglie da questa convinzione e, ancora una volta,
si gira nelle coperte, cambiando inclinazione a quelle due lacrime
che stanno per scivolare sul cuscino.
La verità, comunque, è che Barbara conosce bene
il suo ruolo, sa quale epilogo l’attende, e l’unica
strada che ha trovato per premunirsi è quello yogurt scaduto
alla fragola che Marcello sta mangiando, in cucina, completamente
ignaro del significato.
MARCELLO
Con
tutti i gusti che di solito Barbara tiene in frigorifero, è
strano trovare uno yogurt solo, e per di più alla fragola,
visto che quel rosa chiaro la inquieta. Probabilmente, però,
è per quello che l’ha avanzato. Tuttavia, Marcello
lo gusta con calma e con la mente è già proiettato
a quando, domani, andrà in ufficio, allungherà una
mano sulla scrivania della Betti e preleverà tutte le pratiche
che lei starà ancora pazientemente picchiettando sui tasti.
Allora lui correggerà le parole della prima pagina per
vederla impallidire, infierirà sulla sua esile autostima
e poi la inviterà a cena.
Un ragionamento che fila, lieve e leggero, ma, soprattutto, un
ragionamento che annulla in un nanosecondo la presenza di Barbara.
Del resto, non è la prima, né l’ultima volta
che segretaria e capo condividono qualche scappatella. Al contrario,
è una storia comune, tanto banale da passare inosservata.
Nessuno lo sa, né lo saprà mai, visto che la Betti
non nutre gelosia, ma ha motivo di tacere, perché un uomo
fedele le lava i panni a casa mentre lei accetta un invito a pranzo
o a cena con Marcello.
Lo yogurt è quasi finito, quando lui inizia ad immaginare
come Betti si presenterà e cosa gli dirà prima di
pranzo; infatti, contrariamente alle aspettative, Betti è
una segretaria con i fiocchi, bisogna riconoscerlo, e Marcello
si diverte a torturarla così solo per ricoprire la parte
di imprenditore crudele e incontentabile. Già, incontentabile…
Anche adesso, davanti alla confezione vuota di yogurt, potrebbe
gridare il suo amore per Barbara, piccolo scoiattolo con la ghianda
in mano. Il problema è che, in caso di carestia, lei rinuncerebbe
a quella ghianda pur di sfamarlo, anche se l’ha curata e
lucidata per stagioni di povertà. Perché lei è
affidabile, perché lei è scontata, perché
lei è diversa dalle altre donne, ma così terribilmente
uguale nelle aspettative.
Con il cucchiaio frega le pareti della confezione e guarda un
po’ di sostanza rosa depositarsi sull’acciaio. Subito,
senza attendere di raggrupparne di più, mangia lo yogurt
rimasto: lo fa con una serie di gesti meccanici e inevitabili,
mentre i pensieri volano e l’idea del tradimento crea nella
sua mente una serie di fotogrammi a luci rosse. Poi abbassa lo
sguardo e vede il vuoto del contenitore bianco.
BARBARA
Lei
vuole sapere, perché adesso Marcello è nell’altra
stanza, nel suo pigiama blu e forse si sta eccitando all’idea
di quella smorfiosa mora che Barbara ha incrociato tante volte,
passando dall’ufficio. Lui forse si sta eccitando per un’altra
donna nel pigiama che gli ha regalato lei. Marcello sta pensando
che il suo dovere di uomo l’ha fatto, questa notte, e domani
si darà al piacere? O semplicemente caccerà la testa
sotto il cuscino, tra poco, per lasciare che Betti gli si conceda
in sogno? Barbara è stufa, e un gorgoglio allo stomaco
la costringe a capire che, per quanto si possa sforzare, lei sarà
sempre limitata, come ogni altro essere al mondo, e non potrà
cancellare dalla testa di Marcello i fianchi stretti e le curve
da pin-up della segretaria.
Una storia inutile, una piccola storia inutile che Barbara ha
rifiutato, sorridendo: troppo scontata per essere reale! E invece…
Barbara sospira, girata com’è verso il comodino,
dove una foto di Marcello le sorride e le mente: già al
momento dello scatto, c’era una Betti a risvegliargli i
sensi?
Lei ha deciso di smettere di chiedersi quando è cominciata.
È da un mese che lo sa, che si arrovella e pensa ad atteggiamenti
equivoci, appuntamenti rimandati, espressioni pensierose, doppi
sensi o ambiguità. Il risultato è, in qualunque
caso, lo stesso: niente. Marcello, con la sua faccia d’angelo,
non ha mai tradito la minima insicurezza, né ha mai rifiutato
a Barbara un’attenzione. Così, Barbara ha deciso
di non chiedersi più niente, di prendere questo yogurt
e lasciarlo a diventare stantio nel proprio frigorifero.
D’altro canto, Barbara non deve nemmeno domandarsi perché
Marcello l’abbia tradita e continui a farlo. Vedere Betti
è stata la risposta ad ogni interrogativo: lei è
bella, giovanissima, in forma perfetta e intelligente. Un mix
inverosimile, forse artificioso, ma era tanto brava a simulare
spontaneità da ingannare chiunque. Come quello yogurt scaduto
che, nonostante tutto, è stato finito da Marcello.
Dentro di sé, non c’è nemmeno un filo di sconfitta,
ma l’amara consapevolezza che un uomo così non si
sarebbe mai fermato a guardarla sformarsi ancora e degradare nella
definitiva bruttezza. No, lui avrebbe saputo esattamente scegliere
il momento adatto per andarsene, appena prima della disfatta definitiva,
appena prima che lo yogurt coaguli. Così, con la rabbia
di sapersi sfruttata, Barbara ha preparato questa serata. Meglio
finire prima che tutto s’inacidisca, meglio freddare un
amore prima di dedicarsi completamente a lui, meglio lasciare
Marcello prima che il suo corpo s’imprima in lei…
Barbara raccoglie gli ultimi sprazzi di lucidità e si infila
di nuovo i pantaloni del pigiama. Dal movimento in cucina, Marcello
sta finendo lo yogurt. È arrivato il momento.
MARCELLO
Adesso
Marcello può quasi dichiararsi contento, perché
davanti a quello yogurt vuotato ha fatto una breve rassegna delle
sue decisioni, passate presenti e future. Tutto sommato, è
soddisfatto: ama ed è riamato, il lavoro aumenta e può
pure attrarre una donna come Betti. In punta al bilancio, però,
non può fare a meno di sentire una morsa gelida che incombe,
accompagnata da un brivido da capo a piedi: forse, avrebbe fatto
meglio a non mangiare uno yogurt scaduto.
Intanto, solleva lentamente gli occhi sul fondo della stanza,
dove Barbara dovrebbe dormire. E la vede, dritta davanti a lui,
con i boccoli neri che le colano sugli occhi, e gli occhi sono
neri, grossi, tumefatti da un pianto che lui non ricorda. Deve
aver pianto, certo, ma quando? Perché poi? Lei si avvicina,
lenta e maestosa, e il seno le ondeggia sotto la faccia di paperino
che, nella vignetta, dice “try again”. Il viso di
Barbara è rosso, chiazzato, e Marcello non sa dove scappare,
perché vorrebbe esimersi dall’ammettere il tradimento,
come pure dal negarlo. Adesso vorrebbe abbracciare Barbara, sussurrarle
che lo yogurt era scaduto, ma l’ha mangiato lo stesso, visto
che era stato comprato apposta per lui e… ed era buono.
Sì, vorrebbe rassicurarla, cancellarle dal viso quell’espressione
tetra e poco umana. Oppure… oppure vorrebbe buttarsi ai
suoi piedi, guardare quelle unghie rosse smaltate e gridarle che
l’ama anche senza quella finzione, anche senza le poche
attenzioni che si concede.
Invece, sta seduto alla tavola, gioca col cucchiaino nella confezione
e solleva di tanto in tanto gli occhi, da scolaro che ha appena
confessato una marachella.
BARBARA
Barbara
si raddrizza, mentre varca la porta della cucina. Come previsto,
Marcello sta seduto con la gamba piegata sopra l’altra,
il ginocchio contro l’orlo della tavola e la schiena curvata
sulla spalliera. È tanto innocente per come si presenta,
perso nei suoi pensieri, che Barbara vorrebbe gridare e guardarlo
spaventarsi. Vorrebbe avanzare di corsa, afferrare il suo pigiama
blu tra le mani e stracciarlo con forza. Sa che ci potrebbe riuscire,
ma è tanto stanca di questa situazione da desiderare solo
la fine. Adesso.
Certo, vorrebbe schiaffeggiarlo, vorrebbe piangere, vorrebbe insultare
la Betti, vorrebbe improvvisare un rito satanico contro ogni futura
storia d’amore di Marcello, ma non è cattiva, e non
potrebbe mai augurargli un tradimento. Non potrebbe, anche se
dentro sente uno stiletto sempre più calato nel cuore,
appena di fianco allo sterno.
Barbara si avvicina, si siede davanti a Marcello, con un sussulto
gli prende la mano e gli dice “basta”.
Come se fosse il gesto più naturale e previsto, lei dice
“basta”.
MARCELLO
Barbara
dice “basta” e Marcello capisce l’errore, ma
sa che ripartirebbe da zero. Lo sa anche adesso che la donna che
ama lo sta allontanando per la storia di sesso con la Betti: Marcello,
allora, non se lo sarebbe mai risparmiato, né adesso ha
intenzione di farlo. Così abbassa la testa e prende la
mano a Barbara: la sente sudata e umida di pianto. Lascia con
rammarico che le sue dita si bagnino di quell’ultima traccia
di lei.
Non può più tornare indietro, né nascondere
l’evidenza che Barbara conosce benissimo. Marcello smette
di fingere, perché quel “basta” gli ha appena
aperto un solco in petto, simmetrico a quello di Barbara. Il solco
e lo stiletto resteranno sempre.
BARBARA
& MARCELLO
Nella
stanza, si leva un doppio pianto, a due capi opposti del tavolo.
Un uomo e una donna si tengono le destre, appoggiate accanto a
una confezione di yogurt.
Lo yogurt è scaduto.
E questa è una piccola storia inutile, quotidiana come
mille altre.