Analisi
in tempo reale
di Bruno Giuliano
Do
(prima nota del consulente)
Paradossalmente
gli istituti di credito possiedono più automezzi di tutte
l’imprese autotrasportatrici messe assieme e, contrariamente
a quest’ultime, non devono neppure preoccuparsi della loro
flotta gommata, poiché vi provvedono i cosiddetti “padroncini”,
nella maggioranza dei casi carichi di debiti come somari e proprietari
dei loro automezzi soltanto in teoria. Del resto é logico
che chi dispone di una buona somma di denaro preferisca investirlo
magari nel mattone e non pensi a comprarsi un camion nuovo, lasciando
ai poveracci come il mio cliente Egidio l’incombenza di
firmare una montagna di cambiali per lavorare senza avere la certezza
che il veicolo sia di proprietà sua o della banca. Inoltre,
il sistema é talmente perverso che una volta terminato
di pagare l’automezzo questi é da rottamare ed occorre
rimpiazzarlo. Ben potrebbero i padroncini scegliersi come logo
un serpente che si morde la coda!
L’autostrada
del Sole
Il
camioncino puntava dritto a sud seguendo l’autostrada. Nel
primo pomeriggio il sole era accecante, al punto da costringere
il guidatore a rimpiangere doppiamente gli occhiali scuri dimenticati
all’autogrill durante la sosta per il pranzo. Ora però
doveva correre per compiere in tempo le consegne e ne avrebbe
ricomprato un altro paio approfittando dell’inevitabile
sosta per fare gasolio. Accidenti! Un’altra spesa imprevista,
pochi euro per un paio di lenti affumicate, d’accordo, ma
questo era un momentaccio.
L’elevata umidità esasperava gli effetti dell’alta
temperatura e l’impianto di condizionamento era andato a
farsi benedire già da 20.000 chilometri. Il camionista
si ripromise di sistemarlo al più presto, sempre se avesse
avanzato un po’ di denaro dopo aver pagato la pesante rata
mensile alla banca.
Ah, i bei tempi di quando era dipendente d’impresa! Alle
spese per le riparazioni ci pensava il titolare, a compilare i
registri, le bolle, i visti e altre scartoffie varie bastava rivolgersi
alla segretaria e a fine mese il ragioniere gli passava un discreto
assegno, più qualche liretta in nero per gli straordinari.
Altroché farsi la Maserati come il suo ex padrone! Da quando
s’era messo per conto suo aveva dovuto addirittura vendere
la Punto per pagare il gasolio, l’assicurazione, il bollo,
il meccanico, il gommista, il commercialista, le tasse, la mutua
...
La mutua, già, meno male che le cure psichiatriche erano
gratuite!
La precaria situazione economica era diventata tale da deprimere
il camionista Egidio ancor più dell’attenzione posta
nella guida di un veicolo mal gommato e peggio frenato. Inoltre,
negli ultimi tempi le continue pressioni del direttore della banca
e i dissapori famigliari erano stati tali da stravolgere i suoi
concetti di bene e di male, di giusto e ingiusto, instillandogli
un crescente senso di colpa, probabile anticamera di una nevrosi.
Di tutt’altra pasta era suo fratello Renzo, spregiudicato
imprenditore che rinasceva sempre più ricco dopo ogni fallimento
delle ditte che creava e chiudeva con la stessa rapidità
con cui crescono e marciscono i funghi non raccolti. Suo era il
consiglio:
- Se proprio devi entrare nell’ufficio di un banchiere per
mendicare denaro, cosciente di prendertelo in quel posto, non
sarà il caso che tu prima ti faccia il bidet!
Lui sì che non avrebbe dovuto dormire la notte con tutte
le persone che fregava in continuazione!
Re
Noi
del mestiere sappiamo che il senso di colpa é una sensazione
quasi sempre fondata su responsabilità minime o del tutto
inesistenti, come nel caso di un brav’uomo quale il nostro
camionista, mentre gli imbroglioni della risma di suo fratello
ne sono immuni. Io, psichiatra della mutua, ho individuato in
questa differenza di carattere l’origine dei sensi di colpa
di Egidio e proprio l’affetto immeritato, che lui riversa
verso Renzo fin dalla più tenera età, ne é
la causa. Infatti, i genitori, i parenti, i maestri e persino
i vicini di casa, fin dai tempi della prima infanzia hanno continuamente
rinfacciato alla pecora nera della famiglia di essere la brutta
copia del buon fratellino, nonostante siano addirittura gemelli
omozigoti! Secondo la mia analisi, l’adulto Egidio ha maturato
la convinzione che proprio la sua eccessiva bontà sia risultata
lesiva nei riguardi del fratello, rafforzando in quest’ultimo
la sua tendenza a delinquere. In buona sostanza il mio paziente
si é fissato che i suoi attuali guai rappresentino la giusta
punizione per quello che forse i preti definirebbero un peccato
di superbia: superare lo stesso Dio in bontà!
Roba da pazzi ... beh, meno male che ne esistono, altrimenti rimarrei
disoccupato.
Il
pinguino
Egidio
seguitava alla guida sempre più cotto mentre in fondo ai
lunghi rettilinei i raggi del sole si diffrangevano creando l’illusione
di un laghetto d’argento vivo.
- La fata Morgana, - pensò - una femmina comunque, accidenti
alle donne, ti danno sempre e soltanto fregature!
Improvvisamente, nella monotonia pomeridiana, comparve una macchia
bianconera all’orizzonte.
- Oddio! Un pinguino!
Al riarso autista tornarono in mente gli squisiti gelati dell’infanzia,
quando ancora non poteva immaginarsi quanto sarebbe stata dura
la vita ... già, quelli alla panna, col bastoncino e ricoperti
di cioccolato.
- Accidenti! Ma é una suora ... e fa autostop ... davvero
non c’é più religione!
Nonostante un po’ di disappunto verso l’inconsueto
e poco decoroso modo di viaggiare della monaca, ma obbligato dal
suo buon cuore, il devoto Egidio rallentò e accostò.
- Salga Sorella e non tema, sono un buon cristiano.
- Che il Signore gliene ne renda merito Fratello Camionista.
- Sa, in genere non faccio mai salire nessuno in cabina, però
nel suo caso ...
- Capisco, di questi tempi!
- Già ... già.
Era la prima volta che il nostro divoratore di asfalto viaggiava
con una religiosa e, considerato il suo carattere depresso unitamente
alla compunta riservatezza della giovane monaca, la conversazione
languiva.
Mi
Tipico
di chi soffre di effimeri sensi di colpa é la mancanza
di autostima e a volte un sorriso può restituire temporaneamente
la fiducia in se stessi a questi sfortunati soggetti. La presenza
sul camion della bella e giovane religiosa pare sortire lo stesso
effetto di una capretta posta nel box di un purosangue perché
si mantenga tranquillo la notte precedente la corsa. Anzi, nel
caso di Egidio non soltanto l’ansia si é dapprima
attenuata e poi scomparsa, ma addirittura nella sua mente malaticcia
é subentrata una lucida razionalità e per la prima
volta sembra che le provocazioni cui lo ho sottoposto durante
le nostre sedute sortano l’effetto desiderato. Infatti,
da tempo mi aspetto che il mio paziente si chieda spontaneamente
che cavolo di colpa può avere un poveraccio che lavora
indefesso tutto il giorno. Gli avvoltoi come il suo banchiere,
i gangster come suo fratello e le puttane come sua moglie, quelli
sì, secondo una giustizia biblica, dovrebbero legarsi una
macina al collo o cacciarsi un trave nell’occhio o impiccarsi
ad un sicomoro o ammazzarsi come gli pare!
Ma adesso Egidio sta spingendosi ben al di là delle mie
aspettative, anzi, i suoi pensieri e il suo comportamento stanno
sconfessando in parte le mie teorie, se non proprio sull’origine,
almeno sulla interpretazione del suo senso di colpa.
L’ho detto prima, sono uno psichiatra della mutua, quindi
un povero disgraziato che fa quello che può, ma, fortunatamente
per lui, il mio cliente sta improvvisamente allontanandosi dal
baratro della nevrosi, pur senza il mio aiuto diretto.
Fa
Come
insegnano gli inglesi, per avviare una conversazione pare non
esista niente di meglio che parlare del tempo.
- Molta afa oggi, vero Fratello?
- Sì, si metta pure in libertà. Oh, mi scusi, Sorella,
stavo dimenticando il voto di modestia.
Egidio accompagnò la frase abbottonandosi la camicia sino
al colletto per nascondere gli osceni pelacci infestanti il suo
torace.
- Non si formalizzi Fratello, i tempi sono cambiati. Dopo il Concilio
Vaticano Secondo ci é permesso pure di fare il bagno in
costume. Guardi, non indosso neppure le calze.
La suorina sollevò la gonna fin sopra le ginocchia, divaricando
e scoprendo abbronzate gambe da pin-up californiana.
Davanti a tale visione, Egidio si domandò se per caso la
chiesa non avesse abolito pure il voto di castità in un
terzo o quarto concilio non ancora passato in televisione.
Nonostante stesse vivendo una metamorfosi interiore, Egidio continuava
a mancare di loquacità e, non trovando nel suo repertorio
alcunché di interessante da raccontare, rivolse alla suora
un sorriso accompagnato da un leggero scuotimento di testa, come
volendo dire:
"e beh ... eh, eh! Birboncella".
La giovane sposa di Cristo, forse ignara della sorte della sua
sciagurata omonima di manzoniana memoria, restituì un sorrisino
comprensivo, come per ribattere:
“E sì ... già ... già.”
Intanto il pesante automezzo era giunto in una zona piena di curve
e la mano del guidatore, sbagliando volutamente la presa sul pomello
della leva del cambio, scivolò sulle ginocchia della suorina.
La religiosa parve non risentirsi, soltanto scansò delicatamente
la mano frugona.
- Eh, eh! Tutti birichini voi camionisti!
- Hi, hi! Sa com’é, anche noi siamo uomini, viaggiamo
tutta la settimana e siamo lontani dalle nostre famiglie e ...
la carne é debole.
- La capisco bel giovanotto e le dirò di più: la
nostra congrega ha lo scopo di consolare i viandanti che altrimenti
si rivolgerebbero a delle donnacce ed io oggi non ho ancora compiuto
la mia buona azione quotidiana.
- Mi scusi Madre, non comprendo ...
- Non Madre, Sorella Geltrude prego, sono ancora molto giovane
e novizia, mi chiami pure così.
- Onorato Sorella Geltrude, io sono Sor Renzo, pardon, Egidio.
Insomma, se ho ben compreso, lei ... lei si concederebbe a me
perché io non pecchi con peccatrici peccanti perseveranti
perché lì c’é il diabolico, nel perseveramento
più che nel primo intento .. e per il pa... il pagam...
emh ... per l’obolo come si fa di solito?
- Oh, non si preoccupi, sarà sufficiente un’equa
offerta per il convento. Sa, il tetto é molto malandato
e quando piove ci gocciola in testa.
Sol
Altroché
sentirsi in colpa nei riguardi del gemello! In realtà Egidio
ha sempre inconsciamente sofferto di non essere un mascalzone
come Renzo e l’incontro con la disinvolta suorina ha semplicemente
avviato la catarsi. Aveva ben ragione quel mio professore che
mi consigliava di darmi al giardinaggio invece di frequentare
la facoltà di psichiatria. Sebbene non possa dichiararlo
apertamente ai miei pazienti, per non correre il rischio d’essere
licenziato, anch’io sono convinto che nella vita é
necessario comportarsi da emerito filibustiere; a riprova vi basti
la confidenza che io la laurea l’ho comprata, ma qui lo
dico e qui lo nego.
Un
mondo di lupi
Egidio
arrestò il Tir su di una piazzola, allungò la cuccetta
e s’accinse ad assumere, coerentemente col personaggio che
si trovava innanzi, la cosiddetta “posizione del missionario”,
ma la juventino-vestita lo fermò.
- Ehm, vedi Egidio caro, ci sarebbe un problemino. Ebbene, noi
abbiamo fatto voto di verginità e tutte le sere al rientro
la madre badessa ci esplora: se non ci trovasse più intatte
ci scaccerebbe dal convento. - e aggiunse implorante - Me lo dici
tu cosa farebbe una ragazzina come me, così ingenua in
mezzo ad un mondo di lupi?
La
Dopo
la precedente confessione non crediate che io abbia soltanto scaldato
i banchi di scuola, qualcosa mi é rimasto e in seguito,
lavorando per la mutua, ho acquisito una certa praticaccia ed
é bene chiarisca subito che non siamo in presenza di uno
sdoppiamento della personalità. Per dirla alla buona, l’
“io” di Egidio sta semplicemente prendendosi un’inaspettata
vacanza indossando i panni del fratello Renzo.
Il
secondo canale
Non
essendo un vero lupo, ma conoscendone perfino troppi, Egidio rimase
senza parole.
L’allegra suorina, miglior psicologa del sottoscritto, passando
ad un confidenziale “tu”, sbloccò la situazione
prima che il nostro ricadesse in depressione.
- Però, se ti accontentassi dell’altro canale ...
non é poi tanto male quanto si mormora, sai? E poi, lì
la superiora non controlla mai.
Senza aspettare risposta, la suorina voltò le terga e con
mossa repentina sollevò interamente la gonna, offrendo
agli occhi del camionista un roseo mandolino che avrebbe indotto
lo stesso Stradivari a cambiare strumento.
- Coraggio Fratello, penetra per questa grotta nel giardino del
paradiso!
Si
Molte
volte il buon Egidio ha dovuto sopportare il racconto di questa
depravazione, esposto con compiaciuta dovizia di particolari da
parte dei suoi sboccati colleghi nelle bettole dove si ferma a
pranzare e l’inconsueta proposta mette a dura prova il suo
nuovo stato d’animo. Cionostante, convinto a seguitare il
percorso intrapreso, non esita a innestare la marcia contro natura,
tanto un camion ne ha tante di marce ... avanti ... indietro ...
ridotta ... lenta ... veloce ... lenta ... indietro ... Stop.
Non illudetevi che un paziente si liberi tanto facilmente dalle
sue fissazioni, infatti, esaurita la benzina e passata l’euforia,
Egidio, viene riassalito dal primitivo senso di colpa, per l’occasione
aggravato dalla sua variante religiosa, indotta da un’educazione
profondamente cristiana e da una devozione coltivata lungo tutto
l’arco della sua vita.
In un sol colpo Egidio ha commesso due o tre effrazioni al codice
della strada del paradiso, mancanze più che mortali che
un eventuale angelico poliziotto sintetizzerebbe così:
"Fornicazione con l’aggravante del soggetto religioso
e del senso unico violato". Gli viene da conciliare e, come
molti italiani sorpresi per flagranza di reato, inventa una storia
per giustificarsi.
L’ingegnere
- Sa Sorella Geltrude, oggi lei mi vede ridotto così, costretto
a consumare sesso blasfemo, ma ...
Ma si interruppe vedendo la mano della suorina tesa a palma in
su.
- Il tetto gocciolante, ti ricordi angioletto?
- Oh, mi scusi, stavo dimenticando l’obolo! Basteranno cinquanta
euro? Erano per gli occhiali, ma la pioggia é molto più
molesta del sole.
- Bastano, bastano. Grazie. Stavi dicendo cherubino?
- Le stavo raccontando che un giorno io ero uno stimato ingegnere.
- Davvero, lei un ingegnere? Oh, mi scusi se mi sono permessa
il “tu” poc’anzi.
- Non fa niente. Sa, le mie beghe sorsero quando mi innamorai
di quella che sarebbe poi diventata mia moglie.
- Molto romantico, cioé no, piuttosto triste. E come andò
a finire?
- Finì male, lei era molto spendacciona ed i soldi non
le bastavano mai, e pensare che io guadagnavo parecchio!
- Non mi dica!
- Eh si! Guadagnavo, eccome: ero dirigente alla Fiat, un pezzo
grosso.
- Allora dev’essere successo qualcosa di tremendo, continui
la prego, si liberi il cuore.
- Un giorno lei si invaghì di un pezzo ancora più
grosso di me, molto vicino agli Agnelli, e mi piantò. Ricordo
bene che volevo morire!
- Oh, che pena!
- Pena, ecco ... proprio pena dovrei ispirarle amica Sorella,
da allora iniziai a bere e a presentarmi ubriaco in ufficio. Venni
dapprima redarguito e poi retrocesso a lavare pavimenti, un lavoro
che stanca ed ancor più umilia uno come me che aveva studiato
tanti anni, quindi mi licenziai ed eccomi qui a guidare questo
scassatissimo camion!
Do
(un’ottava più alto)
Caro
lettore, a onor del vero lo psichiatra é in ferie da giorni
ed io, un cliente abituale del Centro di Igiene Mentale Naufragi,
mi sono intrufolato nel suo ufficio approfittando del lassismo
che impera in questi giorni di vacanza.
Di che disturbi soffro? Beh, finché indosso le vesti del
terapeuta non posso violare il segreto professionale rivelandovelo,
soltanto vi dirò che curo i miei mali con la scrittura
e che mi sono divertito un mondo a suonarvela soave menandovi
in giro sul camion di Egidio.
Ad ogni modo consolatevi leggendo la battuta finale: il povero
camionista l’ho trattato ben peggio!
Il
geometra
- Ahi, Ahi! Mio povero ingegnere, siamo stati entrambi maltrattati
dal destino! Pensa: io sono soltanto geometra, ma per raggranellare
qualche soldino devo travestirmi da suora!
Fine