1) Mi buttano su un letto di paglia in due
2) Di sicuro si amavano
3) E per sempre chiederai scusa
4) La tela
5) Analisi in tempo reale
6) Lo sento ancora denso quel boato
7) Quella sola notte del colonnello Tibbets
8) Senso di colpa
9) Uomini sul divano
10) Colpevole di libertà
 
 

 

 

 

"La colpa"

Analisi in tempo reale
di Bruno Giuliano

Do (prima nota del consulente)

Paradossalmente gli istituti di credito possiedono più automezzi di tutte l’imprese autotrasportatrici messe assieme e, contrariamente a quest’ultime, non devono neppure preoccuparsi della loro flotta gommata, poiché vi provvedono i cosiddetti “padroncini”, nella maggioranza dei casi carichi di debiti come somari e proprietari dei loro automezzi soltanto in teoria. Del resto é logico che chi dispone di una buona somma di denaro preferisca investirlo magari nel mattone e non pensi a comprarsi un camion nuovo, lasciando ai poveracci come il mio cliente Egidio l’incombenza di firmare una montagna di cambiali per lavorare senza avere la certezza che il veicolo sia di proprietà sua o della banca. Inoltre, il sistema é talmente perverso che una volta terminato di pagare l’automezzo questi é da rottamare ed occorre rimpiazzarlo. Ben potrebbero i padroncini scegliersi come logo un serpente che si morde la coda!

L’autostrada del Sole

Il camioncino puntava dritto a sud seguendo l’autostrada. Nel primo pomeriggio il sole era accecante, al punto da costringere il guidatore a rimpiangere doppiamente gli occhiali scuri dimenticati all’autogrill durante la sosta per il pranzo. Ora però doveva correre per compiere in tempo le consegne e ne avrebbe ricomprato un altro paio approfittando dell’inevitabile sosta per fare gasolio. Accidenti! Un’altra spesa imprevista, pochi euro per un paio di lenti affumicate, d’accordo, ma questo era un momentaccio.
L’elevata umidità esasperava gli effetti dell’alta temperatura e l’impianto di condizionamento era andato a farsi benedire già da 20.000 chilometri. Il camionista si ripromise di sistemarlo al più presto, sempre se avesse avanzato un po’ di denaro dopo aver pagato la pesante rata mensile alla banca.
Ah, i bei tempi di quando era dipendente d’impresa! Alle spese per le riparazioni ci pensava il titolare, a compilare i registri, le bolle, i visti e altre scartoffie varie bastava rivolgersi alla segretaria e a fine mese il ragioniere gli passava un discreto assegno, più qualche liretta in nero per gli straordinari.
Altroché farsi la Maserati come il suo ex padrone! Da quando s’era messo per conto suo aveva dovuto addirittura vendere la Punto per pagare il gasolio, l’assicurazione, il bollo, il meccanico, il gommista, il commercialista, le tasse, la mutua ...
La mutua, già, meno male che le cure psichiatriche erano gratuite!
La precaria situazione economica era diventata tale da deprimere il camionista Egidio ancor più dell’attenzione posta nella guida di un veicolo mal gommato e peggio frenato. Inoltre, negli ultimi tempi le continue pressioni del direttore della banca e i dissapori famigliari erano stati tali da stravolgere i suoi concetti di bene e di male, di giusto e ingiusto, instillandogli un crescente senso di colpa, probabile anticamera di una nevrosi.
Di tutt’altra pasta era suo fratello Renzo, spregiudicato imprenditore che rinasceva sempre più ricco dopo ogni fallimento delle ditte che creava e chiudeva con la stessa rapidità con cui crescono e marciscono i funghi non raccolti. Suo era il consiglio:
- Se proprio devi entrare nell’ufficio di un banchiere per mendicare denaro, cosciente di prendertelo in quel posto, non sarà il caso che tu prima ti faccia il bidet!
Lui sì che non avrebbe dovuto dormire la notte con tutte le persone che fregava in continuazione!

Re

Noi del mestiere sappiamo che il senso di colpa é una sensazione quasi sempre fondata su responsabilità minime o del tutto inesistenti, come nel caso di un brav’uomo quale il nostro camionista, mentre gli imbroglioni della risma di suo fratello ne sono immuni. Io, psichiatra della mutua, ho individuato in questa differenza di carattere l’origine dei sensi di colpa di Egidio e proprio l’affetto immeritato, che lui riversa verso Renzo fin dalla più tenera età, ne é la causa. Infatti, i genitori, i parenti, i maestri e persino i vicini di casa, fin dai tempi della prima infanzia hanno continuamente rinfacciato alla pecora nera della famiglia di essere la brutta copia del buon fratellino, nonostante siano addirittura gemelli omozigoti! Secondo la mia analisi, l’adulto Egidio ha maturato la convinzione che proprio la sua eccessiva bontà sia risultata lesiva nei riguardi del fratello, rafforzando in quest’ultimo la sua tendenza a delinquere. In buona sostanza il mio paziente si é fissato che i suoi attuali guai rappresentino la giusta punizione per quello che forse i preti definirebbero un peccato di superbia: superare lo stesso Dio in bontà!
Roba da pazzi ... beh, meno male che ne esistono, altrimenti rimarrei disoccupato.

Il pinguino

Egidio seguitava alla guida sempre più cotto mentre in fondo ai lunghi rettilinei i raggi del sole si diffrangevano creando l’illusione di un laghetto d’argento vivo.
- La fata Morgana, - pensò - una femmina comunque, accidenti alle donne, ti danno sempre e soltanto fregature!
Improvvisamente, nella monotonia pomeridiana, comparve una macchia bianconera all’orizzonte.
- Oddio! Un pinguino!
Al riarso autista tornarono in mente gli squisiti gelati dell’infanzia, quando ancora non poteva immaginarsi quanto sarebbe stata dura la vita ... già, quelli alla panna, col bastoncino e ricoperti di cioccolato.
- Accidenti! Ma é una suora ... e fa autostop ... davvero non c’é più religione!
Nonostante un po’ di disappunto verso l’inconsueto e poco decoroso modo di viaggiare della monaca, ma obbligato dal suo buon cuore, il devoto Egidio rallentò e accostò.
- Salga Sorella e non tema, sono un buon cristiano.
- Che il Signore gliene ne renda merito Fratello Camionista.
- Sa, in genere non faccio mai salire nessuno in cabina, però nel suo caso ...
- Capisco, di questi tempi!
- Già ... già.
Era la prima volta che il nostro divoratore di asfalto viaggiava con una religiosa e, considerato il suo carattere depresso unitamente alla compunta riservatezza della giovane monaca, la conversazione languiva.

Mi

Tipico di chi soffre di effimeri sensi di colpa é la mancanza di autostima e a volte un sorriso può restituire temporaneamente la fiducia in se stessi a questi sfortunati soggetti. La presenza sul camion della bella e giovane religiosa pare sortire lo stesso effetto di una capretta posta nel box di un purosangue perché si mantenga tranquillo la notte precedente la corsa. Anzi, nel caso di Egidio non soltanto l’ansia si é dapprima attenuata e poi scomparsa, ma addirittura nella sua mente malaticcia é subentrata una lucida razionalità e per la prima volta sembra che le provocazioni cui lo ho sottoposto durante le nostre sedute sortano l’effetto desiderato. Infatti, da tempo mi aspetto che il mio paziente si chieda spontaneamente che cavolo di colpa può avere un poveraccio che lavora indefesso tutto il giorno. Gli avvoltoi come il suo banchiere, i gangster come suo fratello e le puttane come sua moglie, quelli sì, secondo una giustizia biblica, dovrebbero legarsi una macina al collo o cacciarsi un trave nell’occhio o impiccarsi ad un sicomoro o ammazzarsi come gli pare!
Ma adesso Egidio sta spingendosi ben al di là delle mie aspettative, anzi, i suoi pensieri e il suo comportamento stanno sconfessando in parte le mie teorie, se non proprio sull’origine, almeno sulla interpretazione del suo senso di colpa.
L’ho detto prima, sono uno psichiatra della mutua, quindi un povero disgraziato che fa quello che può, ma, fortunatamente per lui, il mio cliente sta improvvisamente allontanandosi dal baratro della nevrosi, pur senza il mio aiuto diretto.

Fa

Come insegnano gli inglesi, per avviare una conversazione pare non esista niente di meglio che parlare del tempo.
- Molta afa oggi, vero Fratello?
- Sì, si metta pure in libertà. Oh, mi scusi, Sorella, stavo dimenticando il voto di modestia.
Egidio accompagnò la frase abbottonandosi la camicia sino al colletto per nascondere gli osceni pelacci infestanti il suo torace.
- Non si formalizzi Fratello, i tempi sono cambiati. Dopo il Concilio Vaticano Secondo ci é permesso pure di fare il bagno in costume. Guardi, non indosso neppure le calze.
La suorina sollevò la gonna fin sopra le ginocchia, divaricando e scoprendo abbronzate gambe da pin-up californiana.
Davanti a tale visione, Egidio si domandò se per caso la chiesa non avesse abolito pure il voto di castità in un terzo o quarto concilio non ancora passato in televisione.
Nonostante stesse vivendo una metamorfosi interiore, Egidio continuava a mancare di loquacità e, non trovando nel suo repertorio alcunché di interessante da raccontare, rivolse alla suora un sorriso accompagnato da un leggero scuotimento di testa, come volendo dire:
"e beh ... eh, eh! Birboncella".
La giovane sposa di Cristo, forse ignara della sorte della sua sciagurata omonima di manzoniana memoria, restituì un sorrisino comprensivo, come per ribattere:
“E sì ... già ... già.”
Intanto il pesante automezzo era giunto in una zona piena di curve e la mano del guidatore, sbagliando volutamente la presa sul pomello della leva del cambio, scivolò sulle ginocchia della suorina. La religiosa parve non risentirsi, soltanto scansò delicatamente la mano frugona.
- Eh, eh! Tutti birichini voi camionisti!
- Hi, hi! Sa com’é, anche noi siamo uomini, viaggiamo tutta la settimana e siamo lontani dalle nostre famiglie e ... la carne é debole.
- La capisco bel giovanotto e le dirò di più: la nostra congrega ha lo scopo di consolare i viandanti che altrimenti si rivolgerebbero a delle donnacce ed io oggi non ho ancora compiuto la mia buona azione quotidiana.
- Mi scusi Madre, non comprendo ...
- Non Madre, Sorella Geltrude prego, sono ancora molto giovane e novizia, mi chiami pure così.
- Onorato Sorella Geltrude, io sono Sor Renzo, pardon, Egidio. Insomma, se ho ben compreso, lei ... lei si concederebbe a me perché io non pecchi con peccatrici peccanti perseveranti perché lì c’é il diabolico, nel perseveramento più che nel primo intento .. e per il pa... il pagam... emh ... per l’obolo come si fa di solito?
- Oh, non si preoccupi, sarà sufficiente un’equa offerta per il convento. Sa, il tetto é molto malandato e quando piove ci gocciola in testa.

Sol

Altroché sentirsi in colpa nei riguardi del gemello! In realtà Egidio ha sempre inconsciamente sofferto di non essere un mascalzone come Renzo e l’incontro con la disinvolta suorina ha semplicemente avviato la catarsi. Aveva ben ragione quel mio professore che mi consigliava di darmi al giardinaggio invece di frequentare la facoltà di psichiatria. Sebbene non possa dichiararlo apertamente ai miei pazienti, per non correre il rischio d’essere licenziato, anch’io sono convinto che nella vita é necessario comportarsi da emerito filibustiere; a riprova vi basti la confidenza che io la laurea l’ho comprata, ma qui lo dico e qui lo nego.

Un mondo di lupi

Egidio arrestò il Tir su di una piazzola, allungò la cuccetta e s’accinse ad assumere, coerentemente col personaggio che si trovava innanzi, la cosiddetta “posizione del missionario”, ma la juventino-vestita lo fermò.
- Ehm, vedi Egidio caro, ci sarebbe un problemino. Ebbene, noi abbiamo fatto voto di verginità e tutte le sere al rientro la madre badessa ci esplora: se non ci trovasse più intatte ci scaccerebbe dal convento. - e aggiunse implorante - Me lo dici tu cosa farebbe una ragazzina come me, così ingenua in mezzo ad un mondo di lupi?

La

Dopo la precedente confessione non crediate che io abbia soltanto scaldato i banchi di scuola, qualcosa mi é rimasto e in seguito, lavorando per la mutua, ho acquisito una certa praticaccia ed é bene chiarisca subito che non siamo in presenza di uno sdoppiamento della personalità. Per dirla alla buona, l’ “io” di Egidio sta semplicemente prendendosi un’inaspettata vacanza indossando i panni del fratello Renzo.

Il secondo canale

Non essendo un vero lupo, ma conoscendone perfino troppi, Egidio rimase senza parole.
L’allegra suorina, miglior psicologa del sottoscritto, passando ad un confidenziale “tu”, sbloccò la situazione prima che il nostro ricadesse in depressione.
- Però, se ti accontentassi dell’altro canale ... non é poi tanto male quanto si mormora, sai? E poi, lì la superiora non controlla mai.
Senza aspettare risposta, la suorina voltò le terga e con mossa repentina sollevò interamente la gonna, offrendo agli occhi del camionista un roseo mandolino che avrebbe indotto lo stesso Stradivari a cambiare strumento.
- Coraggio Fratello, penetra per questa grotta nel giardino del paradiso!

Si

Molte volte il buon Egidio ha dovuto sopportare il racconto di questa depravazione, esposto con compiaciuta dovizia di particolari da parte dei suoi sboccati colleghi nelle bettole dove si ferma a pranzare e l’inconsueta proposta mette a dura prova il suo nuovo stato d’animo. Cionostante, convinto a seguitare il percorso intrapreso, non esita a innestare la marcia contro natura, tanto un camion ne ha tante di marce ... avanti ... indietro ... ridotta ... lenta ... veloce ... lenta ... indietro ... Stop.
Non illudetevi che un paziente si liberi tanto facilmente dalle sue fissazioni, infatti, esaurita la benzina e passata l’euforia, Egidio, viene riassalito dal primitivo senso di colpa, per l’occasione aggravato dalla sua variante religiosa, indotta da un’educazione profondamente cristiana e da una devozione coltivata lungo tutto l’arco della sua vita.
In un sol colpo Egidio ha commesso due o tre effrazioni al codice della strada del paradiso, mancanze più che mortali che un eventuale angelico poliziotto sintetizzerebbe così: "Fornicazione con l’aggravante del soggetto religioso e del senso unico violato". Gli viene da conciliare e, come molti italiani sorpresi per flagranza di reato, inventa una storia per giustificarsi.

L’ingegnere


- Sa Sorella Geltrude, oggi lei mi vede ridotto così, costretto a consumare sesso blasfemo, ma ...
Ma si interruppe vedendo la mano della suorina tesa a palma in su.
- Il tetto gocciolante, ti ricordi angioletto?
- Oh, mi scusi, stavo dimenticando l’obolo! Basteranno cinquanta euro? Erano per gli occhiali, ma la pioggia é molto più molesta del sole.
- Bastano, bastano. Grazie. Stavi dicendo cherubino?
- Le stavo raccontando che un giorno io ero uno stimato ingegnere.
- Davvero, lei un ingegnere? Oh, mi scusi se mi sono permessa il “tu” poc’anzi.
- Non fa niente. Sa, le mie beghe sorsero quando mi innamorai di quella che sarebbe poi diventata mia moglie.
- Molto romantico, cioé no, piuttosto triste. E come andò a finire?
- Finì male, lei era molto spendacciona ed i soldi non le bastavano mai, e pensare che io guadagnavo parecchio!
- Non mi dica!
- Eh si! Guadagnavo, eccome: ero dirigente alla Fiat, un pezzo grosso.
- Allora dev’essere successo qualcosa di tremendo, continui la prego, si liberi il cuore.
- Un giorno lei si invaghì di un pezzo ancora più grosso di me, molto vicino agli Agnelli, e mi piantò. Ricordo bene che volevo morire!
- Oh, che pena!
- Pena, ecco ... proprio pena dovrei ispirarle amica Sorella, da allora iniziai a bere e a presentarmi ubriaco in ufficio. Venni dapprima redarguito e poi retrocesso a lavare pavimenti, un lavoro che stanca ed ancor più umilia uno come me che aveva studiato tanti anni, quindi mi licenziai ed eccomi qui a guidare questo scassatissimo camion!

Do (un’ottava più alto)

Caro lettore, a onor del vero lo psichiatra é in ferie da giorni ed io, un cliente abituale del Centro di Igiene Mentale Naufragi, mi sono intrufolato nel suo ufficio approfittando del lassismo che impera in questi giorni di vacanza.
Di che disturbi soffro? Beh, finché indosso le vesti del terapeuta non posso violare il segreto professionale rivelandovelo, soltanto vi dirò che curo i miei mali con la scrittura e che mi sono divertito un mondo a suonarvela soave menandovi in giro sul camion di Egidio.
Ad ogni modo consolatevi leggendo la battuta finale: il povero camionista l’ho trattato ben peggio!

Il geometra

- Ahi, Ahi! Mio povero ingegnere, siamo stati entrambi maltrattati dal destino! Pensa: io sono soltanto geometra, ma per raggranellare qualche soldino devo travestirmi da suora!


Fine