Lettere
di un bambino del nuovo millennio
Cara
mamma
ho scelto di nascere in te e già mi sento tutto vibrare
all’idea che potrò chiamarti ‘Mamma’.
Mi hanno detto infatti che questa è la parola con cui sulla
Terra viene indicata l’aspetto femminile di Dio che le donne
come te sono chiamate a rappresentare nel parto e, ora che Gli
sono ancora vicino e dovrò presto lasciare la Sua presenza
diretta, mi sto esercitando a ripetere questa parola, per fissarla
bene nel cuore. Ti accorgerai che sarà la prima parola
che riuscirò a pronunciare, non tanto perché sia
la più facile, ma per mostrare a te, che mi hai preceduto,
che la mia promessa di quando ci lasciammo si sta avverando. Riesci
a ricordare?
Ti promisi che quando ci saremmo rivisti su questo piccolo pianeta
avrei portato con me un messaggio del nostro Signore, per tutti
coloro che sapranno osservarmi ma soprattutto per te che mi accoglierai.
Bene, quando pronuncerò questo Suo nome terreno guarda
bene i miei occhi perché vi potrai vedere la Sua Luce,
il Suo Pensiero.
Io, per allora, avrò già seguito la tua stessa sorte
di dimenticanza e potrò comunicarti soltanto i messaggi
che la Provvidenza mi avrà concesso di accumulare nell’inconscio
e che io stesso dovrò riscoprire.
Ma tu, che nel diventare mamma, puoi sperimentare dall’interno
della tua stessa anima un barlume di tutto l’Amore, potrai
a quel punto scorgere nella mia integrità quello che non
sei riuscita a trovare in nessun libro, in nessuna biblioteca,
e che ora in me ti verrà mostrato, semplicemente, come
accade ogni volta che appare sulla Terra un bambino di Uomo.
Ricordo nitidamente quando decidemmo di giocarci ai dadi chi sarebbe
sceso per primo. Il Capo, come sua abitudine, lasciò a
noi ogni decisione, come continua del resto a fare molto coerentemente
con tutti gli esseri incarnati. La Sorte ti scelse e tu dichiarasti
che saresti scesa come donna per poi ricevermi come madre. Ricordo
che mentre lo dicevi la tua luce angelica vibrava di un’energia
che laggiù chiamate ‘emozione’ e ci mettemmo
a discutere animatamente (infatti eravamo ‘anime’)
del Grande Disegno che organizza la vita secondo questi grandiosi
ritmi e alternanze di padri, madri, figli, amici.
Io da qui vedo ancora il Tempo come una vaga bolla di luce lontana
che ondeggia e si muove al ritmo dei vostri pensieri umani e vedo
la Memoria manifestarsi come un impulso confuso verso mete terrene
che gli uomini chiamano ‘scopi’ .
Ti confesso che ciò che osservo mi mette addosso un po’
di ciò che tu chiami paura. Il Capo mi ha detto che questo
è il Mondo e che tutti loro, Lui e gli altri Amici, seguiranno
con trepidazione tutte le nostre mosse. Mi ha anche detto che
un atomo della Sua infinita Potenza sarà posto nel mio
cuore fisico al momento della discesa.
Ma tu cara Amica-Mamma, ogni volta che sentirai un mio pianto
notturno di spavento, ogni volta che griderò per fame e
per sete, quando piangerò per i primi dolori e le prime
pene, non nutrirmi soltanto con il tuo latte consolatorio ma porgimi
il capezzolo della tua anima fattasi paziente perché è
di li che il mio spirito infante trarrà il sapore della
nostra comune dimora celeste.
Ora devo andare per gli ultimi preparativi, perché, sai,
quelli che per te sono lunghi mesi di attesa per me sono pochi
attimi. L’Arcangelo Gabriele è, come al solito, incaricato
delle ultime istruzioni. Da un po’ di tempo, date le difficoltà
di fine millennio, è affiancato anche da Azraele, l’Angelo
della Forza.
So che qualcuno dei tuoi amici ha vaticinato che sta per nascere
una grande anima. Quassù non facciamo questo genere di
distinzioni però Gabriele, l’ultima volta, guardandomi
con una severità da accapponare le penne, mi ha premuto
con forza la zona che corrisponderà al centro della fronte
gridando alto il Nome di Dio.
Credo proprio che non potrò più dimenticarLo
ma tu, antica amica mia
fai di tutto per aiutarmi a ricordare
affinché possiamo ricordarLo insieme.
Il tuo prossimo bambino
(Torna
su)
Caro
papà
ho scelto il tuo seme quale veicolo iniziale della mia discesa terrena.
Sento le mie cellule crescere e differenziarsi molto velocemente
e già una parte della mia anima ha preso dimora nella pancia
di mamma.
L’arcangelo Gabriele, che mi sta istruendo, mi ha detto che
quello dei padri è un compito che riflette il lato solare
di Dio. Il Sole, infatti, fornisce l’impulso energetico alla
Terra per sviluppare la vita, ma rimane a distanza, come te rispetto
ai processi cariocinetici che hai provocato.
E’ un compito prezioso e inizialmente oscuro, come quello
di Giuseppe che, credendo semplicemente nel Volere di Dio, aiutò
Gesù a modellare il legno con la fatica delle mani affinché
potesse modellare uomini con la fatica del cuore.
Il tuo amore, che già avverto con quel primo lembo di anima,
è come il calore del Sole che arriva a custodire le creature
da una distanza di milioni di chilometri.
Sai, anche il Sole si nutre di ciò che si irradia dal centro
della Galassia e così via, per tutto l’Universo.
Ecco, devi sapere che i sentimenti che proverai per questa creatura
che ti si manifesterà, e che già hai iniziato a provare,
provengono dal Centro di tutto il Creato.
E’ un Disegno gigantesco e incredibile che io stesso, pur
essendone pienamente partecipe, stento a percepire completamente.
Ti dico tutto questo non tanto per istruirti, quanto per fissare
le idee sulla nostra comune trama di vita perché, come sai,
il mio farmi creatura incarnata comporterà la perdita della
memoria delle Origini.
Essa sopravvivrà nel mio aspetto innocente che tu, ma non
io, potrai osservare. Poi si manifesterà nel mio primo sorriso,
poi nella incrollabile volontà di camminare eretto. Il mio
tenderti i braccini in cerca di aiuto, nei primi tentativi di camminare
con le mie gambe, sarà anch’esso una forma di memoria
di quando, quassù, mi protendevo continuamente, nella mia
sacra e libera indipendenza, verso Dio.
Ed è allora che il tuo essere Padre comincerà a somigliare
di più al sostegno vitale che tutti abbiamo alla Sua presenza.
Ricordati sempre, venendo in mio aiuto, che passare dal libero volo
angelico al cammino terreno soggetto a mille vincoli non è
cosa da poco.
Fa che io trovi sempre pronta la tua grande mano a sorreggermi,
ma senza che me ne accorga perché qui, dove mi trovo, basta
tracciare nell’etere un segno che subito si tocca il lembo
pulsante della Sua Veste.
Non posso rivelarti di quale segno si tratta perché, comunque,
non riguarda gli esseri umani ma sappi che l’ombra di questo
miracoloso contatto si manifesta anche sulla Terra ogni volta che
un figlio contempla stupito la sua anima matura e comprende la solarità
di suo padre che gli ha fornito discreto tutto il calore e la forza
di gravità di cui aveva bisogno, senza chiedere nulla ma
accettando tutto.
So che non capirai subito i miei segnali neonati e che la distanza
temporale che ci sarà tra noi renderà sempre difficile
trovare un linguaggio comune. Gabriele mi ha spiegato che lo sforzo
che faremo entrambi per comunicare pienamente si connette con il
Grande Disegno che vuole il Bene di tutti gli esseri attraverso
lo sviluppo delle facoltà del cuore.
Tutte le facoltà terrene come i sensi, mi ha detto, possono
essere sviluppate partendo dall’amore.
Poi ha dato incarico all’Angelo del Linguaggio di seguire
in modo particolare la faccenda.
Il mio prossimo segnale per te sarà un vagito.
Ora sono sicuro che potrai sentirlo con la stessa qualità
con cui stai ascoltando questa mia lettera.
Il
tuo prossimo bambino
(Torna
su)
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