Il
cratere di Pirandello
Premessa dell’autore.
Credo nell’immortalità del teatro, nella continua
catarsi dell’opera teatrale ad ogni rappresentazione. Credo
che la rappresentazione sia il mezzo dell’immortalità
del teatro e di ogni testo. Per questo credo che l’autore
teatrale, quando consegna il suo lavoro, debba cedere le vesti
della commedia a chi le voglia indossare. La commedia è
dell’autore fino a quando non finisce di scriverla. Per
coerenza alle mie convinzioni, le note didascaliche (o di regia?)
sono ridotte al minimo, come minima è l’atmosfera
di fondo. Sogno di vedere una, dieci, cento rappresentazioni tutte
diverse nell’allestimento: serio, grottesco, tragicomico,
ecc. Poiché voglio cedere, a chi vorrà indossarli,
abiti molto ampi.
Francesco Principato
Personaggi:
Gerlando Franchi – Procuratore
Antonino Alessi – Sostituto procuratore
Vittorio Bellazzi – Ispettore di polizia
Giuseppe Canino - Indiziato
Vincenzo Marletta – Professore in pensione, Presidente del
centro studi pirandelliani
Guido Castelli – Direttore del museo
Nunzio Martello – Ex sovrintendente beni archeologi
Calogera Gallo - Archeologa
Atto I
L’ufficio del sostituto procuratore della
repubblica presso il tribunale di Agrigento. Arredamento come
da normale ufficio: scrivania con un computer, libreria, alcune
sedie e quel che si vuole. Ingresso e finestra.
All’apertura del sipario la scena è vuota. Dalla
porta entra Antonino Alessi. Sbadiglia, è assonnato. Posa
la cartella ai piedi della scrivania. Si siede al suo tavolo,
aziona il computer, aspetta. Guarda il monitor e gesticola. Si
alza a raccogliere la cartella.
ALESSI: (rivolgendosi al computer) Ma quanto
ci metti ad accenderti? Sei più lento di me quando mi sveglio.
(Gesticola. Gira per la stanza. Torna a sedersi, ad armeggiare
al computer)
(Bussano e subito entra il procuratore capo Franchi scuotendo
un giornale)
FRANCHI: Buongiorno! L’ho sentita arrivare. Ancora più
tardi stamattina eh? (agita il giornale sotto il mento del subordinato).
Dottor Alessi, ma che ci fu?
ALESSI: (si alza, gli va all’incontro) Buongiorno capo.
Un morto, ma …
FRANCHI: Un morto?
ALESSI: Ma si è trattato di un incidente domestico. Però
il sopralluogo è durato fino alle due.
FRANCHI: (Tergiversa, nasconde il giornale dietro la schiena)
Un incidente? Allora ce la sbrighiamo subito?
ALESSI: Sì. Ma dobbiamo verificare. Si potrebbe configurare
il reato di abbandono di incapace. Da parte del figlio.
FRANCHI: Era invalido? Il morto intendo dire.
ALESSI: Ho dato disposizioni all’ispettore Bellazzi di verificare
e di sentirlo. Il figlio, naturalmente.
FRANCHI: L’ispettore Bellazzi sa il fatto suo. Lo sa fare
il poliziotto. Sa quando spremere e quando assuppare. Lui che
ha detto? Incidente?
ALESSI: (annuisce) Incidente.
FRANCHI: E allora incidente è.
ALESSI: (guarda l’orologio) E’ veramente tardi. Dovrebbe
arrivare a momenti. L’ispettore Bellazzi. E’ stato
lui a chiamare il magistrato di turno e il magistrato di turno
ero io. Non mi ero ancora addormentato. Ho raggiunto il luogo
e…
(PREMIO VALLECORSI 2003)
(Segue)