Teresa
in prosa…
Cammina scomposta
verso casa, non perché abbia fretta, quello é il
suo modo di procedere nella vita. Tutto sborda un po’ nella
sua vita, c’é quasi sempre qualcosa di disordinato,
di incompiuto, di arruffato. Un’anima ballerina conmovenze
da panda, ecco come si sente, alla ricerca del suo posto nel mondo
ma si sa, nemmeno un naturalista molto fantasioso potrebbe classificare
un orso tra i lepidotteri! Eppure le ha studiate bene le altre,
quelle con passi calibrati da gazzella che passano eleganti e
sicure sugli affilati tacchi a spillo, o quelle con il ginocchio
molleggiato e l’andatura
un po’ da dromedario ma così stabili, così
sicure. Oppure quelle che si muovono pochissimo, tutti i muscoli
in economia, quasi non spostano l’aria e poco articolano
anche la mascella per parlare, sveglie come un bradipo alle cinque
di mattina, ma di sicuro non inciampano mai, non si impigliano
nelle maniglie e non hanno mai le calze smagliate né, per
carità, spaiate.E
camminando sogna, naso per aria e capelli al vento, che esista
il paradiso dei pasticcioni, di quelli che come lei hanno il baricentro
che si sposta sempre: un posto fluido, in continuo divenire, un
posto magico dove può capitare che se leggi un libro che
ti piace tanto, quando hai finito, se vuoi, te lo puoi dimenticare
e cominciare a leggerlo di nuovo.
…e Teresa in poesia
Teresa pensosa
le mani macchiate color caffelatte
e l’iride lago ogni anno più chiara
le palpebre strette lo sguardo oltre il bosco
Teresa farfalla
si accende si espande si spalma sul pane
si appende sul muro si fa dondolare
si guarda nei vetri e aggiusta un po’ il passo
Teresa scambiata
fa sogni distratti poi ride nel sonno
nasconde le mani tra le cosce rosa
e mastica nomi, tabacco, cannoli
Teresa scucita
seduta sull’erba ginocchia sul petto
la fronte appoggiata su rotule bianche
le braccia a raccolta le dita intrecciate
Teresa dipinta
un’onda di culo chitarra spagnola,
la pelle che vibra, il pelo che canta
poi apre le sbarre a tutti i colori
e libera il sangue che macchia la tela