Con
gli occhi
E
ora con questo vuoto sotto i piedi,
nastri si aprono d’azzurro,
improvviso e intatto, e un riflesso lento
acquerella i nostri volti sconosciuti.
Con gli occhi ora cerco un suono nuovo,
di lenzuola fresche stese al sole, livide di vento,
di campanella al primo giorno di scuola,
che ci sfiori nelle dita la stessa fragile sorpresa.
Con gli occhi ora leggo nuove storie quotidiane,
curate da mani passate fra capelli e labbra stinte dalle ore…
e poi intrecciamo nidi di parole, caldi
per un altro inverno ancora da scoprire.
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Voce
C’è
un’urgenza di voce in questa stanza
che si faccia aiuola di suono e
che mi tenti
come ieri lo schiudersi di un fiore.
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Alla
finestra, un mattino di dicembre
Mi
piace questa luce che riposa
sciogliendo le ombre nelle patine acerbe dei colori.
C’è una quiete che sommerge
spegnendo gli echi delle voci.
Mi piace questa luce obliqua che rallenta.
Le ore sembrano comari assorte,
confuse nella nenia di una preghiera
e senza fretta
rigirano fra le dita granelli di vita.
E non c’è un margine in questa luce
che decida
dove finisce il mare e inizia un altro domani.
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Se
tu fossi qui
Se
tu fossi qui ti bagnerei di sale,
piegando le carezze come alga.
Alzerei scogli di sirena, un respiro, un riparo,
allattandoti di mare, io, sul buio della terra, perché
dicono che ogni luce è persa.
Se tu fossi qui muoverei fianchi, sarei oriente caldo
o forse solo un angolo memoria,
da perdersi per ritrovarsi con le ali,
annusando il vento di ponente, come gabbiani.
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Domenica,
una strada
Stridio…vieni..
Spicchio di luce che brucia… suda
Ieri ho mangiato..
Si abbassa una saracinesca… stridio
Clacson… mamma…piange una bimba,
rumore di lacrima,
sole che struscia, s’abbassa, bussa.
Clap..clap… brusio sommesso.. Carlo…
Viaggia un motorino....Vieni..
Profumo di limone…cosce piene, rotonde..
No… piange un bimbo,
campana che chiama, tocca le ore, i seni di latte...
richiama la sera… my head is my only house....
Quasi buio... quasi
Stasera dove…clap…clap …unless it rains…
Dove sei?
Sono qui , rispondo.
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Un’altra
neve, amore
Bussa
di un’altra neve, amore, il nuovo giorno,
e si annoda al tuo ricordo, mentre mi spingo stanca
fino a toccare vecchi tepori accantonati.
Ricordami ancora che perderò i miei occhi domani,
giurami che al mio risveglio non ci saranno dita come testimoni,
che nella fretta,
degli attimi conclusi ne ho smarrito il conto.
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Che
strano
Che
strano amore,
che questa prima pioggia ci sorprenda ancora, e ci smarrisce.
Sembriamo formichine dal nido distrutto,
con la frenesia di salvare qualcosa, anche soltanto un piccolo seme,
un raggio dimenticato in soffitta.
E ci accorgiamo solo adesso, che in questa briciola d’autunno,
ancora calda e incerta,
ci mancano le braccia, per riconoscerci senza il sole di ieri.
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Conchiglia bianca
In
questi improvvisi d’alba,
violenti,
ti fai pane fragrante del mattino incerto.
In questa luce che lambisce
e spuma in sciabordio di acqua
sono un mare prigioniero
in una conchiglia bianca sulla riva.
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Un
verso da quattro soldi
Se
tu mi cerchi, trovami bambina,
perché nel gioco ho lasciato la certezza
che a levigare la vita
bastasse il tocco rapido della moscacieca.
E se io mi perdessi ancora
annodami ad un verso da quattro soldi,
che a ritrovarsi
a volte basta la melodia di una parola, e dirai
che una rosa è una rosa anche quando appassisce.
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Il gabbiano
Quale che sia il mio dubbio in questo istante,
e gli altri che forse ancora verranno,
avranno corpo di donna e anima di gabbiano,
che stride e chiama in una pennellata d’ali.
Oggi c’è solo la sua voce che lamenta, e
scompone in tagli un cielo d’autunno che
cala grigi sul sipario,
e chiede al vento di strappare fra le foglie rugginose e stinte
fondi di pervinca
chiede,
come il respiro di un amante,
come un tango che parla e tace
e pare che dica- non lasciarmi andare troppo lontano
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Ninna
nanna
Ninna
nanna al profumo di latte
la mia piccina non mette scarpe.
Fra le lenzuola lei passa le ore
fra le carezze e tanto amore.
Schiude gli occhietti se è fra le braccia
poi uno sbadiglio sulla bocca s'affaccia.
Ninna
nanna al profumo di talco
di coccole e baci ne ha un gran sacco.
E quando la notte diventa più scura
di streghe e folletti non ha mai paura
se dolce e sommessa lieve la culla
ninna nanna al profumo di mamma.
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Terra
E'
di profumi la mia, era...
e di ricordi e voci alte, schiamazzi,
bambina scostumata
incisa nella pietra, e dalla pietra nata,
bella, da poggiarci i piedi scalzi.
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